Disturbo da gioco d’azzardo e Lockdown
Mi colpisce, in questi giorni etichettati come i primi della tanto attesa fase 2, ascoltare una parola frequentemente pronunciata dai pazienti in trattamento per Disturbo da Gioco d’Azzardo: “speriamo…”.
Mi colpisce, in questi giorni etichettati come i primi della tanto attesa fase 2, ascoltare una parola frequentemente pronunciata dai pazienti in trattamento per Disturbo da Gioco d’Azzardo: “speriamo…”.
È oramai evidente che il disturbo da gioco d’azzardo sia un vero e proprio problema di salute pubblica sia per quanto riguarda il contesto internazionale che per quello italiano. Le cause principali di questo fenomeno sono la continua e rapida crescita delle possibilità di gioco sul territorio e l’aumento dell’utilizzo delle forme di gioco d’azzardo online.
Nel panorama delle dipendenze patologiche il gioco d’azzardo ha preso prepotentemente spazio nell’ultimo decennio ed oggi in Italia stiamo vivendo una vera emergenza per numerosità di casi e per varietà delle forme di manifestazione del fenomeno. Dal 2007 ad oggi il Progetto Orthos, diretta da Riccardo Zebetto, ha accolto in trattamento di psicoterapia intensiva residenziale breve circa 400 giocatori provenienti da tutto il territorio italiano, Svizzera, Croazia, Francia ed Inghilterra. La maggioranza fra loro proviene dalla regione Toscana, che con la sua lungimiranza ha finanziato l’intervento per i suoi cittadini, contenendo così i danni che si producono nel tessuto sociale di appartenenza.
Progetto finanziato dalla Regione Lazio per la prevenzione dei rischi derivanti dal gioco d’azzardo patologico, mediante attività mirate, ai sensi della L.R. 5/13 - Deliberazione della Giunta Regionale n. 314/2014
Psy+Onlus partecipa, in partenariato con Coop. Soc. Parsec, Associazione Auser e Coop. Soc. Il Cammino, al progetto di prevenzione dei rischi derivanti dal gioco d’azzardo patologico finanziato dalla Regione Lazio denominato LIG – Lazioingioco.
L'offerta dei giochi d'azzardo in Italia ha manifestato una crescita esponenziale nell'ultimo decennio, arrivando a costituire una presenza visibile e caratterizzante sul nostro territorio; quella che un tempo era una attività destinata ad un settore ristretto della popolazione, che frequentava i casinò o le cosiddette "bische", oggi è proposta quotidianamente, 24 ore su 24, a nuovi settori della popolazione (ad esempio donne, minori, pensionati).
15 marzo 2014 - persso il CeSV, via Liberiana 17, Roma - a cura di Psy Plus Onlus e Progetto Orthos
Negli ultimi anni le occasioni di gioco si sono moltiplicate e ramificate sul territorio, differenziandosi e pervadendo ogni spazio sociale. In tempi recentissimi sono fiorite a Roma numerose sale gioco in stile Las Vegas che in termini di fatturato e danni sociali non hanno nulla da invidiare ai Casinò veri e propri.