È della sera del 9 marzo la notizia dell’estensione dell’area protetta a tutto il territorio nazionale come misura di contenimento per la diffusione del Coronavirus COVID-19.
Per un popolo abituato al contatto fisico, ad una socialità che ci rende famosi nel mondo, doversi forzare alla distanza, cambiare il modo di salutare, lavorare e di vivere la quotidianità non è da sottovalutare. Ciononostante, è ormai ordinanza ministeriale “dover cambiare stile di vita”.
La situazione attuale di emergenza ci sta mettendo a dura prova. La quarantena casalinga spinge le persone ad avere un atteggiamento ansioso-depressivo che spesso fa perdere di vista se stessi.
Mi colpisce, in questi giorni etichettati come i primi della tanto attesa fase 2, ascoltare una parola frequentemente pronunciata dai pazienti in trattamento per Disturbo da Gioco d’Azzardo: “speriamo…”.
Sicuramente molti di voi si stanno trovando ad affrontare la spinosa questione del come spiegare ai bambini quello che sta accadendo. L’emergenza sanitaria del coronavirus è un fenomeno che ha drasticamente modificato lo stile di vita di tutti, determinando ripercussioni a livello sociale e psicologico.